Nuovi incontri, nuova avventura, Kiran e Nimhea ~ Syria

Kiran Mehra

La loro corsa finì dopo aver attraversato un paio di vicoli. Si fermarono in una stradina isolata per riposarsi un po’. Kiran si appoggiò su un muro e alzò lo sguardo facendo dei rumorosi respiri. La sua attenzione fu subito attirata da una splendida luna piena, unica nota positiva di quella serata. In tutto quel tempo, per fortuna, non si era ancora sentita alcuna esplosione. “Che mi sia sbagliata?” pensò tra se e se la piccola Kiran. Meglio così. Con un esplosione ci sarebbero state sicuramente molte vittime ed era meglio evitare di aggiungere altri nomi alla già lunga lista di persone che le fiamme si erano portate via.
Dopo aver ripreso fiato abbassò lo sguardo verso la ragazza che aveva appena salvato. La guardò un attimo, fissando i suoi occhi tinti di un colore tra il blu e il grigio. Come aveva già intravisto poco prima in mezzo alle fiamme, era davvero una ragazza carina, anche se un po’ più alta del normale, e soprattutto molto più alta di lei. Aveva i capelli blu che le toccavano le spalle e indossava un vestitino blu davvero elegante. Ad un primo sguardo sembrava una straniera, ma non poteva dirlo con certezza, anche se da quelle parti quasi nessuno aveva la pelle così pallida come quella della ragazza di fronte a Kiran. La ragazza dai capelli rosa fece un ultimo respiro profondo e chiese gentilmente alla stangona “Stai bene? Non ti sei fatta niente, vero?”. A prima vista non sembrava essersi fatta male, ma chiedere non ha mai fatto male a nessuno, no?

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:09

~ Nimhea/Syria

Nimhea respirava affannosamente, non essendo abituata alle corse, cosa che detestava. Le facevano male le gambe, le bruciavano i polmoni, la gola ed il naso e, ciliegina sulla torta, anche la milza voleva far sentire la sua. Camminare per lunghe distanze era una cosa, ma la corsa non la poteva sopportare. Certo, meglio quel dolore passeggero piuttosto che un'ustione grave o, peggio, direttamente la morte. In più, sentiva che Syria dentro di lei si era innervosita e voleva prendere il sopravvento, ma con una volontà di ferro riucì a tenerla a bada.
Si lasciò cadere a terra, riprendendo fiato. Nel mentre, lanciò un'occhiata alla ragazza che le aveva permesso di trovare una via di fuga. Come aveva notato in precedenza di sfuggita, era molto diversa da lei, con lunghi capelli rosa, occhi completamente azzurri ed un vestito lilla molto grazioso e dall'aria decisamente comoda. Alla domanda della ragazza, sorrise, scuotendo il capo. "No, no, sto bene... Solo, non sono abituata a caldo e corse..." ammise ridacchiando. "Devo ringraziarti, però!" concluse, con un ceno convinto del capo. In effetti se era incolume, lo doveva a lei.

Kiran Mehra

La ragazza dai capelli blu era visibilmente sfiancata, ma non sembrava del tutto sfinita. Diceva di stare bene e di essere solo un po’ stanca. Poi la ringraziò. “Figurati. Ho fatto solo il mio dovere” disse in risposta Kiran. In realtà il suo non era un vero e proprio dovere, ma più che altro un volere. Nessuno la obbligava ad aiutare le persona in difficoltà, e sapeva benissimo che non avrebbe ricevuto una medaglia per questo, ma lo faceva perché gli andava di farlo. Aiutare gl’altri per soddisfazione personale. Detta così non si capiva se il suo era un gesto altruistico o egoistico.
La ragazza dai capelli rosa aveva quasi fatto il pieno di energia, ma si sentiva ancora un po’ affannata. Forse la colpa era da attribuire all’aria pesante e al fumo creati dall’incendio. Mentre si riposava ancora un po’ continuò la conversazione con quella ragazza appena conosciuta dicendogli “Io mi chiamo Kiran Mehra. Non ti ho mai visto da queste parti. Per caso sei una viaggiatrice?”. In cuor suo sperava di sì. In quel caso avrebbe potuto raccontargli di com’è la vita di un avventuriera. Aveva risparmiato abbastanza soldi da poter cominciare il suo viaggio per il mondo ed era pronta a partire. Era solo questione di giorni.

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:09

~ Nimhea/Syria

Tossì un paio di volte, ma poi riprese a respirare quasi regolarmente. Come faceva quella ragazza - fiatone escluso - a stare così bene? Beh, si vedeva che era atletica... beata lei. Alla risposta che le diede inarcò un sopracciglio, perplessa. "Dovere"? Quindi era una specie di guardia o non sapeva cosa? O magari si trattava solo di una persona altruista che metteva gli altri avanti a sè? Storse le labbra, pensandoci, ma decise di non dovervi dare troppo peso.
Si alzò appena l'altra si presentò, porgendole la mano. "Molto piacere, io mi chiamo Nimhea..." rispose sorridente. Le sembrava brutto ire solo il suo nome e non il cognome, come aveva fatto anche lei, ma... non ne aveva uno, quindi avrebbe fatto la vaga. Annuì allargando il sorriso. "Esatto, vengo dalle terre del no-" si bloccò, prima di rispondere, scuotendo la testa. "Vengo da Balbad, e tu? Mi pare di acpire che sei di qui, dalla tua domanda!" replicò una volta correttasi. Che fortuna, lei era lì da pochissimo e quindi non poteva orientarsi, ma forse Kiran le avrebbe potuto consigliare una locanda o altro!

Kiran Mehra

Aveva detto di chiamarsi Nimhea e di venire da Balbad. La cosa la rattristò un pochino, dato che la maggior parte delle persona che venivano da Balbad sono sempre stati mercanti o membri di carovane. Sperava che fosse un’avventuriera e che di conseguenza potesse dargli qualche consiglio su come si affronta il mondo. Pazienza.
“Esatto, io sono del posto” rispose Kiran rimettendosi in posizione eretta. Aveva finalmente recuperato le forze. Guardò bene la ragazza dai capelli blu e vide che, a differenza sua, lei era ancora un po’ stanca. Di certo non poteva paragonare le sue grandi capacità di recupero con quelle di una ragazza che sembrava poco atletica, almeno rispetto a Kiran. Parlando di luoghi di nascita e abitazioni a Kiran gli venne in mente un'altra domanda, molto più pertinente col contesto. “A proposito, se mi dici dove alloggi ti ci posso accompagnare. Conosco molto bene le strade di Quishan” disse la piccola ragazzina dai capelli rosa mostrando a Nimhea il suo solito sorriso, questa volta incentivato dal fatto che poteva aiutare un'altra persona.

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:10

~ Nimhea/Syria

Annuì nuovamente, contenta di aver ragione. all'inizio, non le sembrò troppo soddisfatta della risposta che le aveva dato sulla sua provenienza, ma decise di non farci caso. Probabilmente era solo una sua impressione dovuta all'affaticamento e, probabilmente, semplicmente al fatto che era solita scrutare attentamente le persone con cui parlava per decifrarne espressioni, toni e quant'altro.
Alla sua domanda, però, ridacchiò, grattandosi la testa. "Ecco... A dire il vero, non ho ancora un posto dove alloggiare, sono arrivata stasera... Speravo di trovare qualche locanda, ma dopo l'incendio..." si rabbuiò, sconsolata. "Puoi aiutarmi a cercare una locanda libera e... intatta?" domandò congiungendo le mani a mo' di preghiera di fronte al viso, con un sorriso un po' imbarazzato. Non solo l'aveva salvata, ma adesso le chiedeva anche un favore...

Kiran Mehra

Proprio come temeva. Essendo una serata di festa era difficile trovare una locanda che avesse anche solo una stanza libera, figuriamoci adesso che è scoppiato un incendio. Se prima trovare un posto libero era difficile, adesso sarebbe stato impossibile. Ora come ora le opzione che riusciva a scrutare erano solo due: la prima era cercare una locanda dove non vossero occupati anche i giacigli di paglia nelle stalle, ma lei ancora non era in grado di fare miracoli. In più Nimhea sembrava molto stanca e dubitava che potesse camminare tutta la notte per cercare un rifugio. La seconda era ospitarla a casa sua. Di sicuro sembrava l’idea migliore, ma c’era il problema dei genitori. Anche se erano delle persona molto gentili erano pur sempre dei mercanti e di conseguenza anche molto diffidenti.
“Questo è un bel problema. In queste circostanze dubito fortemente che riusciremo a trovare una locanda libera” disse la ragazza spiegando brevemente la situazione. Però Kiran voleva aiutare a tutti i costi quella ragazza, e così incorciò le braccia e cominciò a pensare. Alla fine si ricordò di una vecchia casa abbandonata che utilizzava spesso come nascondiglio durante le sue “missioni” salva-schiavi. Non sarebbe stato un’albergo di lusso, ma era sempre meglio di niente. “Ci sono!!” esclamò la ragazza dai capelli rosa. “Conosco un posto dove potresti passare la notte. E’ una vecchia casa situata in periferia che ormai non usa più nessuno. Se può andarti bene ti ci posso accompagnare. Sempre meglio di niente, no?” continuò Kiran esponendo a Nimhea la sua proposta.

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:10

~ Nimhea/Syria

La frase della ragazza la scoraggiò leggermente, spingendola ad annuire rassegnata. "Immaginavo..." piagnucolò. Forse bastava cercare un angolino in una strada dove non passasse troppa gente - diciamo che non si fidava per neinte - dove poter dormire in pace per poi riprendere la mattina seguente la ricerca di una locanda. O, male che andava, cambiare città drettamente, senza troppi problemi. nemmeno a dire che avesse conoscenze da sfruttare per assare la notte a scrocco a casa loro...
Alzò gli occhi sulla ragazza di fronte a sé quando le propose di andare in una casa in periferia. Immaginò che se Syria avesse preso il sopravvento, avrebbe rifiutato con tutte le forze di incamminarsi per chissà quanto, capricciosa com'era, ma per fortuna sembrava starsene buona. Annuì sorridente. "Mi faresti davvero un favore enorme, se ti andasse... ti sono riconoscente!" affermò, facendo un rapido inchino a Kiran.

Kiran Mehra

Con sua grande sorpresa aveva accettato. Lei lo sapeva; non erano molte le persone che avrebbero accettato una tale proposta fatta da una sconosciuta. Per fortuna quella davanti a lei sembrava essere una ragazza alla mano, con cui si poteva facilmente andare d’accordo. Kiran fece un sorriso e disse “Allora va bene. Seguimi”.
Cominciò ad incamminarsi per gli stretti e bui vicoli di Quishan, facendo strada alla compagna. Dopo aver percorso lungo diverse e numerose stradine secondarie, che tagliavano quelle principali, arrivarono finalmente a destinazione. Quella che si trovava dinanzi alle due ragazze era una piccola casetta in pietra e terracotta bianco-giallastra, apparentemente ancora in buono stato. L’edificio principale aveva un solo piano, ma situato nella parte nord-est rispetto all’entrata c’era un piccolo torrione a due piani, dove erano situate le camere dei precedenti proprietari. Nel torrione c’era anche uno sbocco sul tetto della parte bassa dell’edificio, rendendolo così un piccolo terrazzo. Anche se era in disuso da diversi anni era ancora in ottime condizioni, anche se, a causa dei soliti ladruncoli da quattro soldi, di mobilizzai ce n’era rimasta poca. Fortunatamente vi era presente ancora un letto dove poter dormire, un tavolo e diverse sedie; insomma era un edificio vivibile per che doveva sostare solo per una nottata o solo un paio d’ore.
“Non é proprio il massimo ma è sempre meglio di niente” disse la ragazza dai capelli rosa fermandosi un attimo davanti al portone principale.

Casa abbandonata:

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Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:10

~ Nimhea/Syria

Senza far storie seguì la ragazza, guardandosi intorno per memorizzare un minimo la strada se la mattina seguente avesse voluto ripercorrerla a ritroso. Sì, bella battuta. Lei e il senso dell'orientamento erano... come dire, agli antipodi. Si schifavano reciprocamente. Alzò lo sguardo al cielo e sorrise: le piaceva passare del tempo ad osservarlo. Comuqnue tornò presto con lo sguardo di fronte a sè; non per nulla, ma non avrebbe certo voluto inciampare in qualcosa o sbatterci contro.
Camminò a passo svelto finché non arrivò di fronte all'edificio e lì sì, che Syria si "svegliò". Gyuh, e noi dovrmmo passare la notte qui? Ti sei forse impazzita, idiota?! la sentì domandare, carina come sempre. Tossì per coprirne la voce come se qualcun altro olter a lei potesse sentirla e si vltò verso Kiran.
"Sicura che posso usarla? Davvero non c'è nesusno?" domandò, sorridendole di gratitudine. Non voleva disturbare, comuqnue, se qualcuno avesse pensato bene di andare a passare la notte lì prima di lei o, se peggio, andandoci a dormire lei vi ci si intrufolasse qualche brutto ceffo.

Kiran Mehra

“Non preoccuparti. Questa casa è disabitata di diversi anni e di solito non ci viene mai nessuno a parte me. Lo utilizzo un po’ come rifugio” rispose Kiran cercando di rassicurare Nimhea, anche se probabilmente quel “di solito” non aiutava molto. E’ stata diverse volte in quella casa e non vi ha mai visto entrare nessuno. Quando per puro caso durante una delle sue solite fughe dai mercanti di schiavi scoprì quell’abitazione era già priva dei vari mobili nonché dei suoi ex-proprietari. Da quel giorno quella baracca di pietre e terracotta divenne il suo rifugio segreto.
“Se non ti senti sicura posso farti da sentinella notturna” propose la piccola Kiran cercando di rassicurare la compagna. In effetti era una buona idea quella fare da guardia del corpo alla neo conosciuta straniera, in questo modo avrebbe potuto anche controllare che nessuno di sospetto si aggirasse nei dintorni. Il problema principale però, era che la ragazzina dai capelli rosa non era una tipa abbastanza resistente da rimanere sveglia tutta la notte. Anzi, era più probabile che si addormentasse prima lei di Nimhea.

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:11

~ Nimhea/Syria

Vedi? Di solito, quindi qualcun altro poterbbe venirci! si lamentò ancora l'altra ragazza, venendo nuovamente ignorata. Non era sicuro che arrivasse gente e lei era stata gentilissima ad offrirle un rifugio, quindi doveva solo stare zitta e non lamentarsi. E poi dormire per strada come aveva immaginato in precedenza, era anche meno sicuro, no?
Annuì. "Ho capito... grazie ancora, allora!" le sorrise, senza però decidersi ad entrare. Se Kiran se ne fosse andata, la buona educazione avrebbe voluto che lei la salutasse, menter se voleva rimaneere anche lei, le avrebbe lassciato il primo passo, in quanto colei che la ospitava. L'osservò poi, mentre si offriva di farle da sentinella e prontamente agitò le mani di fronte al volto, scuotendo la testa.
"Ma non devi preoccuparti! Ti ho già dato troppo disturbo, figurati, non ti chiederei mai una cosa del genere! E poi avrai una casa a cui tornare, no?" domandò. Insomma, se aveva dei genitori, saranno stati preoccupati!

Kiran Mehra

In effetti aveva ragione. L’ultima volta che era stata fuori la notte senza avvertire i suoi genitori non ne furono esattamente entusiasti. Anche se adottivi erano pur sempre le persone che l’avevano cresciuta ed amata, ed era più che naturale che si preoccupino per lei. Dopo quella bravata di tre anni fa si ripromise che non avrebbe più fatto preoccupare i suoi genitori e lei manteneva sempre le promesse. Però dall’altra parte c’era quella ragazza in difficoltà, e la sua etica le impediva di ignorare qualcuno in difficoltà. Cosa doveva fare? Rompere una promessa oppure infrangere il proprio codice morale? Aveva la possibilità di correre a casa, avvertire i suoi e tornare da Nimhea, ma era poco probabile che, in una serata come quella, i suoi gli avrebbero accordato il permesso di dormire fuori casa. Anche se forte era pur sempre una ragazza e non volevano assolutamente che corresse pericoli inutili.
“Cosa dovrei fare?” disse Kiran tra se e se incrociando le braccia. Etica o promessa, questo è il dilemma. Continuò in silenzio la sua veloce riflessione, questa volta in maniera più razionale. Se avesse infranto la promessa fatta ai suoi si sarebbe beccata solo una lavata di capo e basta. Invece se avesse lasciato sola quella ragazza..... No. Non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto accadergli se l’avesse lasciata sola. Avrebbero potuto derubarla, ucciderla o ancora peggio umiliarla. No, non poteva lasciarla sola.
Scosse la testa per scacciare quei brutti pensieri dalla sua testa. Poi liberò le braccia e facendo un sorriso le disse “Non preoccuparti per me. I miei non si preoccupano di me più di tanto”. Mentiva spudoratamente, ma a fin di bene. Le avevano insegnato che mentire era sbagliato, e che un buon mercante non deve mai mentire ai suoi clienti. Altrimenti sarebbe stato solo feccia. Però Kiran non la pensava esattamente così. Certo, mentire è sbagliato, ma se serviva per aiutare qualcuno in difficoltà allora non ci avrebbe pensato due volte a raccontare una bugia.
Detto ciò la ragazzina dai capelli rosa cominciò ad incamminarsi verso l’entrata del rifugio, aprendola e spianando ancora una volta la strada a quella ragazza conosciuta da nemmeno un ora.

Edited by bestcloud - 13/9/2012, 19:11

~ Nimhea/Syria

La ragazza ascoltò attentamente le parole di Kiran, inclinando il capo perplessa. Davvero i suoi genitori non si preoccupavano molto per lei? Non che fosse un'esperta inmateria, ma da quel poco che sapeva avrebbe giurato che i genitori avrebbero messo la propria vita in pericolo, pur di salvare i figli, quindi preoccuparsi per loro era il minomo,a suo avviso. Ma come già aveva pensato, non ne sapeva molto, quindi poteva tranquillamente sbagliarsi.
L'osservò ancora, come a voler capire se davvero non fosse un problma per lei fermarsi lì a farle da guardia, ma non la conosceva, perciç non aveva i mezzi per capirlo, ancora. Le sorrise.
"allora, grazie ancora" annuì, seguendola ed osservando l'interno dell'abitazione. Era piuttosto semplice, eh? Prima di provare a coricarsi o altro le indicò l'intera stanza, guardandola.
"Prego, sistemati prima tu!" disse. Lei era solo un'ospite, prima doveva sistemarsi il "padrone" di casa, almeno secondo lei.

Kiran Mehra

“La camera da letto si trova al secondo piano” disse Kiran salendo le scale.
Di letto ce n’era solo uno e tra l’altro non era nemmeno molto comodo. Ovviamente essendo lei la “guardia” non spettava a lei quel posto, ma bensì alla ragazza alle sue spalle. Se posizionassimo la porta che separava la camera dalle scale, allora possiamo dire che il letto era situato a nord-est, mentre la porticina ormai scassata che portava al terrazzo esterno a sud-ovest. “Eccoci qua” disse semplicemente aprendo la porta. “Se vuoi puoi già sistemarti. Io vado a prendere una cosa”. Detto ciò la ragazza dai capelli rosa fece dietro front e cominciò a scendere le scale, per risalire poco dopo con una sedia di legno. Sistemò il “nuovo” mobile a nord, vicino al letto e ci si sedette a gambe incrociate. Quella sottospecie di vecchia seggiola sarebbe stato il suo letto per quella notte.

Silenzio.





“Quanti anni hai? Com’è la vita dell’avventuriera? Da quant’è che viaggi?”. Sfortunatamente non durò molto. Dopo neanche dieci secondi di quiete aveva cominciato a fargli domande a raffica, senza neanche considerare il fatto che Nimhea potesse essere stanca o più semplicemente non avesse voglia di parlare di se.